La quinta edizione del Festival MITO SettembreMusica, sostenuto dal Comitato per i festeggiamenti dei 150 anni dell’Unità d’Italia, ospita, in tre concerti gratuiti a Milano e Torino, le prime assolute dei brani commissionati dal Festival a 13 celebri compositori contemporanei italiani e stranieri, che ci propongono il loro sguardo sull’Italia. Il ciclo parte lunedì 5 settembre, al Teatro Dal Verme di Milano (CLICCA QUI: MAPPA) alle ore 21.00, con le musiche composte appositamente per l’occasione dall’olandese Louis Andriessen, dall’inglese Harrison Birtwistle e dagli italiani Matteo Franceschini e Fabio Vacchi. London Sinfonietta, direttore David Atherton, Monica Germino al violino. Ingesso gratuito.
Il concerto si apre proprio con Notte italiana di Fabio Vacchi che, come molti brani di questo autore, nasce da una riflessione su fatti e situazioni della realtà circostante. Spinto dalle celebrazioni per i 150 anni dell’Unità d’Italia, Vacchi getta il suo sguardo sul recente degrado del nostro paese con sgomento e incredulità ma allo stesso tempo con un desiderio di riscatto che lascia spazio al riso e al sorriso nel ‘buio morale’ di questa notte italiana.
Louis Andriessen presenta La Girò, una composizione dedicata alla violinista Monica Geremino, che in questo brano non solo si esibisce al violino ma canta, sussurra, parla e racconta di storie e sogni. L’opera rimanda esplicitamente alla figura di Antonio Vivaldi, il compositore veneziano particolarmente amato da Andriessen, e alla cantante favorita del prete rosso, Anna Girò, da cui il brano prende appunto il nome.
La composizione di Matteo Franceschini, Archaeology, è incentrata sull’interesse che questo autore ha per l’aspetto materico e per le tracce del vissuto. Il desiderio di lavorare sulla scia del metodo dell’archeologia industriale, studiando e analizzando le prove materiali che hanno contribuito alla creazione dei processi industriali, di cui l’Italia è molto ricca, è stato fondamentale per la composizione di questo brano. L’autore crea un percorso e un viaggio immaginario all’interno di un fantomatico sito industriale, dentro un universo perduto, con l’intento di riportare alla luce immagini, comportamenti e sensazioni che possano ridare vita alla materia, ai suoni, ai rumori e al vissuto di macchinari antichi ancora in grado, come di dice l’autore, di “gridare”.
Il concerto si chiude con In broken images, di Harrison Birtwistle, compositore della cosiddetta “scuola di Manchester”, che si basa su alcuni processi di scrittura, comuni a diversi brani dello stesso autore, caratterizzati da un certo ordine e rigore formale. Nella composizione ogni famiglia di strumenti (legni, ottoni, archi e percussioni) presenta un particolare disegno ritmico-melodico e si articola su precisi pattern, in un fitto incastro, da cui le immagini emergono solo a frammenti come il titolo stesso sembra sottolineare. Il titolo riprende quello dell’omonima poesia di Robert Graves.
Programma
Fabio Vacchi, Notte italiana, per ensemble
Louis Andriessen, La Girò, per violino e ensemble
Matteo Franceschini, Archaeology, per ensemble
Harrison Birtwistle, In Broken Images, per ensemble
Biografie
London Sinfonietta
La London Sinfonietta è una dei principali ensemble di musica contemporanea al mondo con una reputazione basata sul virtuosismo delle sue esibizioni e i suoi programmi ambiziosi. Il suo scopo è quello di proporre una musica nuova nel cuore della cultura contemporanea e oltrepassare i confini musicali intraprendendo sempre nuovi progetti con musicisti jazz e folk, coreografi, video-artists, film-makers e artisti di musica elettronica. L’ensemble è Resident Orchestra al London’s Southbank Centre con regolari esibizioni da parte di compositori-direttori come Oliver Knussen e George Benjamin, così come alcuni dei migliori interpreti del repertorio del XX e XXI secolo, inclusi Diego Masson, Peter Eötvös e Martyn Brabbins. La creazione di nuova musica è lo scopo principale della London Sinfonietta sin dall’anno della sua fondazione nel 1968 e le sono stati commissionati oltre 250 lavori da artisti come Luciano Berio, Harrison Birtwistle e Steve Reich. Per portare il suo supporto ai nuovi talenti emergenti, la London Sinfonietta ha lanciato nel 2009 la “London Sinfonietta Academy” dando ai giovani strumentisti di tutto il Regno Unito l’opportunità parallela di esercitarsi ed esibirsi con alcuni dei migliori musicisti contemporanei del mondo. La London Sinfonietta ha recentemente ricevuto il premio RPS Music Award for Ensemble per la sua attività nel 2009. La London Sinfonietta si esibisce grazie al generoso supporto della “Arts Council England”, al “PRS for Music Foundation” e numerose altre associazioni fondazioni, sponsor e individui.
David Atherton
Studia musica all’Università di Cambridge dove il suo modo di dirigere solleva molti entusiasmi nella stampa nazionale. Nel 1967 entra a far parte dell’organico della “Royal Opera House” di Londra, dove l’anno seguente, a soli 24 anni, diventa il più giovane direttore di sempre ad essersi esibito. Nei suoi dodici anni come resident director si è esibito circa 200 volte con il “Covent Garden”, compresa un’apparizione di successo a “La Scala” di Milano dove torna spesso come direttore ospite con nuove produzioni di opere di Ravel, Stravinsky e Meyerbeer. Le opere che ha diretto includono la Tosca, Wozzeck e Salomè per la “Canadian Opera”, L’Affare Makropulos e Sogno di una note di mezza estate per il “Glyndebourne Festival Opera” e molte nuove produzioni per la “English National Opera” come la Turandot, L’amore delle tre melarance e Billy Budd. David Atherton è cofondatore della “London Sinfonietta” nel 1967 e, come suo direttore musicale, si è esibito nelle prime rappresentazioni di molte opere contemporanee. Il suo lavoro in studio di registrazione ha ricevuto il premio Edison e molte nomination ai Grammy Awards e il rinomato Grand Prix du Disque. David Atherton ha viaggiato in molti Paesi, soprattutto negli Stati Uniti, dove ha diretto molte orchestre importanti soprattutto ad Atlanta, Dallas, Detroit, Los Angeles, Minnesota, New York e San Francisco. Dal 1980 al 1987 è direttore dell’Orchestra Sinfonica di San Diego e ritorna in California ogni estate per dirigere il Festival Mainly Mozart che lui stesso ha fondato nel 1989. Ha anche avuto posizioni di rilievo alla “BBC Symphony”, “Royal Liverpool Philharmonic”. Dal 1989 è direttore dell’ “Hong Kong Philharmonic Orchestra”. Al suo ritiro da questo incarico nel 2000, per riconoscenza per i suoi servizi alla musica per Hong Kong, è stato premiato OBE e nominato Conductor Laureate dell’orchestra.
Monica Germino
La violinista Monica Germino è all’avanguardia nella musica contemporanea. Definita da The Sunday Times come una “presenza straordinaria” il cui “virtuosismo è esilarante”. Ha suonato le prime di opere innovative il luoghi come la Queen Elizabeth Hall, il Barbican Centre, il Berliner Festspiele, l’Alice Tully Hall, il Mass MoCA, Le Poisson Rouge, il Lincoln Center, il Queensland Biennial Festival, l’Holland Festival e il Concertgebouw Amsterdam. Si esibisce spesso come solista e in formazione cameristica con la London Sinfonietta, l’Asko|Schönberg Ensemble, il Boston Modern Orchestra Project, l’Orkest de Volharding, la MusikFabrik, la Remix e l’Oslo Sinfonietta. È cofondatrice dell’ensemble internazionale ELECTRA, formato da quattro membri che commissiona opere a compositori di tutto il mondo. Ha registrato per Attacca Records, Basta Music and BMOP, così come ha inciso numerosi dischi con l’Asko|Schönberg Ensemble per Deutsche Grammophon, Nonesuch e Philips. Nella continua ricerca di ridefinire i confini del suo strumento ha creato programmi innovativi, in costante espansione, commissionando e suonando molti lavori scritti per lei dai maggiori compositori d’oggi. Ha collaborato con i compositori Louis Andriessen, Martin Bresnick, John Cage, Alvin Curran, Michael Daugherty, Heiner Goebbels, Michael Gordon, György Ligeti, Jacob TV, Christian Wolff and Julia Wolfe. Dal 2003, quando acquista un ‘Violectra’ commerciale, esplora le illimitate possibilità del violino elettrico. Insieme al sound engineer Frank van der Weij ha immaginato e creato programmi multimediali che rivoluzionano il concetto di concerto per violino solista, trasformando il suono, eseguendo prodezze non convenzionali ed esplorando nuove tecnologie. Artista versatile ha suonato con le principali compagnie di danza e teatrali d’Europa e ha travalicato le barriere in eccitanti collaborazioni con il coreografo Nanine Linning, la cantante Cristina Zavalloni, il pianista Tomoko Mukaiyama e molti altri. Si diploma con menzione d’onore al New England Conservatory e alla Yale University sotto la guida di James Buswell e Syoko Aki. Ha vinto la Charles Ives Scholarship, il Yale Alumni Association Prize, e un Frank Huntington Beebe Grant. Suona un violino Giovan Battista Ceruti (Cremona, 1802), in prestito permanente dall’ Elise Mathilde Foundation.
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