Domenica 4 Dicembre 2011, alle ore 11.00, presso il Teatro Manzoni di Milano (clicca:MAPPA), “Aperitivo in Concerto” con il suo Concerto di Natale presenta un travolgente incontro fra uno dei massimi interpreti del gospel afroamericano, Joshua Nelson, e il più popolare gruppo di interpreti del klezmer (il klezmer ha origine tra le comunità ebraiche dell’Europa orientale, in particolare quelle chassidiche) e della grande e commovente tradizione musicale ebraica, The Klezmatics. Le tradizioni culturali in genere cambiano lentamente, nel lungo arco della storia. Ma di tanto in tanto emerge, dalla cultura popolare, un’innovazione sorprendentemente fresca nella sua manifestazione esteriore, anche se nel profondo si mantiene, quasi con riverenza, tradizionale. Si potrebbe non aver mai sentito parlare di musica “gospel kosher” prima di oggi, ma le performances piene d’ispirazione di Joshua Nelson, il creatore di questo stile, sicuramente non mancano di colpire profondamente. comunicato stampa >
Il gospel Kosher è il matrimonio tra testi religiosi e convinzioni ebraiche con le sonorità soul della musica gospel americana. Il “gospel”, che deriva dal greco e significa buona novella, è di solito associato a chiese cristiane afro-americane, lo stile musicale è africano, formato da suoni che provengono da diverse tribù africane, e sviluppato come strumento per sfuggire all’ingiustizia sociale. Prima è stato Spiritual, Meter Hymns, Jubilee songs e, infine, “Gospel Music.” Questi ritmi africani, precedono l’introduzione degli africani della costa ovest al cristianesimo. Questi stessi suoni sono stati conservati nelle culture musicali dei neri africani musulmani ed ebrei, e tali vocalizzi, carichi di influenze soul, riempivano la sinagoga per gli ebrei di colore che Joshua Nelson frequentava da bambino con la famiglia, ebrei osservanti originari del Senegal.
Quando il grande gospel incontra la grande tradizione ebraica, dunque: un incontro straordinario fra due drammatiche esperienze diasporiche (la Diaspora ebraica, vecchia di millenni e cultura e la Diaspora dei neri africani schiavizzati nel Nuovo Mondo) che dalle loro tragiche vicende hanno saputo dare nuova linfa alla speranza e alla vitalità della vita, celebrata con travolgente, per l’appunto, gioia di vivere nella liturgia di una festa che non è solo rito religioso ma messaggio universale di fratellanza. Un gruppo trascinante e celeberrimo come i Klezmatics, fra i più significativi e popolari interpreti della tradizione musicale yiddish, si presenta assieme ad un supremo interprete del gospel afroamericano, il cantante Joshua Nelson, erede della leggendaria Mahalia Jackson. Uno spettacolo di eccezionale teatralità, che rilegge la religiosità ebraica e quella neroamericana alla luce di un profondo coinvolgimento emotivo e spettacolare.
Da anni i Klezmatics portano in scena la grande, estatica e commovente tradizione musicale ebraica sviluppatasi nell’Est europeo nelle aree di tradizione yiddish. Comunità ashkenazite, dunque, in cui la religiosità non di rado si traduce in un trascinante senso di festa collettiva, in cui si celebra la voglia e la felicità di vivere. Non è casuale, dunque, che gli stessi Klezmatics affrontino anche un percorso non dissimile, ideato da un’altra esperienza diasporica, quella dei neri africani schiavizzati nelle Americhe, autori di una celebrazione della divinità e dei suoi doni altrettanto intensa, coinvolgente, travolgente. Gospel, spiritual e klezmer si fondono perciò in un unico, festoso e teatrale tributo all’esperienza della vita.
“Brother Moses Smote The Waters” è il risultato dell’eccentrica alleanza finalizzata ad indagare le similitudini esistenti tra gli inni klezmer e il gospel spaziando nel jazz e nel blues.
Un concerto straordinario che vede unite insieme la musica Klezmer e quella Gospel che appaiono simili per ispirazione, non solo perché entrambi legati alla Bibbia, a collegarli sono anche i temi di giustizia sociale cui questi generi sono legati storicamente: le lotte socialiste della prima metà del Novecento per il klezmer, le lotte per i diritti civili degli afro-americani per il gospel.
Uno show assolutamente unico, irripetibile, imperdibile. Una nuova, spettacolare celebrazione del Natale.
THE KLEZMATICS
I Klezmatics, affermati musicisti del Lower East Side di New York, hanno studiato l’idioma della tradizionale musica delle feste ebraiche dell’Est Europa, conosciuta come klezmer, e se ne sono impadroniti, apportandovi sensibilità contemporanee, combinando identità e misticismo ebraico con lo spirito del nostro tempo e diventando tra le più note e apprezzate formazioni della musica klezmer contemporanea internazionale. Sono per gli appassionati il simbolo di quel klezmer che fonde le tradizioni ashkenazite con le influenze dell’avanguardia jazz più tipiche del nuovo continente. L’essenza è quella di una musica di festa, che celebra la natura estatica delle sonorità yiddish e crea sonorità di volta in volta riflessive, ballabili e liberatorie. Forniscono impressioni decise e dirette, con la profondità propria di un repertorio che contempla una vibrazione interiore, forse una fede.
Creatori quindi di un nuovo klezmer, in cui si mescolano avanguardia classica e pop, folk, rock, jazz, heavy metal, sin dall’esordio, datato 1986, i Klezmatics hanno registrato il tutto esaurito nei loro spettacoli nel Nord e Sud America, e in tutta Europa, comprese le apparizioni ai tanti festival, Womad di Peter Gabriel, Jazz di Montreal, Folk di Philadelphia o Klezmer di Safed, in Israele. Hanno raggiunto le case di milioni di telespettatori attraverso CBS, BBC, MTV.
I loro progetti annoverano collaborazioni così varie quanto creative: dal virtuoso del violino Itzhak Perlman alla cantante israeliana Chava Alberstein, dal poeta Allen Ginsberg all’attore Robin Williams, dagli artisti della scena downtown newyorkese Elliot Sharp, John Zorn, Marc Ribot agli ex Led Zeppelin Robert Plant e Jimmy Page, ai membri del Flying Karamazov Brothers.
I Klezmatics (di cui fanno parte vere celebrità come il cantante Lorin Sklamberg, il trombettista Frank London, il sassofonista Matt Darriau) hanno lavorato con la compagnia Los Angeles Modern Dance and Ballet, hanno scritto le musiche per piece di danza della coreografa Twyla Tharp, per i registi Jonathan Berman (The Shvitz) e Greg Bordowitz (Fast Trip, Long Drop), e per la produzione dell’Hartford Stage di Mark Lamos “The Dybbuk”, su adattamento del drammaturgo Tony Kushner, vincitore del Premio Pulitzer (Angels in America). Hanno inoltre collaborato con Itzhak Perlman, Peter Gabriel, Lester Bowie,La Monte Young e David Byrne.
La loro è una rilettura di celebri pagine del repertorio yiddish in cui rivivono i versi di alcuni dei più grandi poeti yiddish del XX Secolo.
JOSHUA NELSON
Quando aveva otto anni, Joshua Nelson scoprì un album di Mahalia Jackson, la Regina del Gospel, nella collezione di dischi dei nonni, e si innamorò del suo modo di cantare. Da adolescente Joshua è stato acclamato come cantante gospel e ha portato avanti l’eredità della Jackson. Nato e cresciuto ebreo, ha approfondito tali studi di ebraismo, realizzando come, nel corso della storia, gli ebrei hanno sempre integrato la legge ebraica e le pratiche religiose con il contesto culturale in cui vivevano. Nelson porta ad esempio come qualsiasi cucina etnica può essere ebrea, se è kosher. Al suo ritorno da Israele, Joshua ha iniziato ad applicare questa convinzione alla musica, iniziando quella che è stata definita “una rivoluzione nella musica ebraica”, unendo testi liturgici ebraici con una delle più note forme di musica indigena americana; così è nato il kosher gospel.
Per Joshua Nelson il kosher gospel è un modo per affermare entrambe le parti della sua identità di ebreo di colore. Per il suo pubblico, indipendentemente dalla fede e dal patrimonio culturale, il kosher gospel è stata una rivelazione. Ad ora, passati da poco i quarant’anni, Nelson si è esibito in tutto il mondo, oltre ad avere collaborato con artisti del calibro di Mahalia Jackson, Wynton Marsalis, Billy Preston, Aretha Franklin, Cab Calloway, Dizzy Gillespie: per presidenti, congregazioni, festival musicali di gran rilievo e per Oprah, che lo ha definito “Next Big Thing.” Ha prodotto un album stellare, Mi Chamocha, nel quale si esibisce con stelle del calibro di Aretha Franklin e dei Klezmatics, ed è stato il soggetto dell’acclamato film-documentario “Keep on Walking”. Joshua tramanda questo suo dono anche partecipando come resident artist presso congregazioni ebraiche in tutto il paese, compresa la sua sinagoga, il Tempio Sharey Tefilo-Israel, una congregazione riformata a South Orange, nel New Jersey. Qualunque sia il luogo, Joshua Nelson, il Principe del Kosher Gospel, unisce la gente -e le culture- in canti gioiosi.
Prevendita
dal 24 ottobre 2011
Biglietto € 12 + € 1 prevendita
Ridotto giovani fino a 26 anni € 8 + €1 prevendita
alla cassa del Teatro – 02 7636901 – Numero Verde 800-914350
Online: www.aperitivoinconcerto.com – circuito Ticketone +CallCenter 892.101 – www.ticket.it
per ulteriori informazioni:
Viviana Allocchio
Iniziative Speciali Gruppo Fininvest
Teatro Manzoni – Via Manzoni, 42 – 20121 MILANO
tel.: 02 763690681/682 fax: 02 763690646
e-mail: viviana.allocchio@fininvest.it
Marco Ferullo
Cell. 347 1932762
marco.ferullo@gmail.com
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